Impossibile prevenire gli attacchi dei lupi solitari

Posted: November 3, 2021 in La Repubblica
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Another Italian piece, this time an interview with La Repubblica newspaper which was done in the wake of the murder of Sir David Amess in the UK. Did a little bit of work on that story, but less than on some previous cases in part as a lot going on at home at the moment. In any case, going to catch up on a few pieces over the next few days, and then might be a little while before I am back up to pace. In the meantime, rest assured the new book is on schedule for April next year, and there are a few other interesting projects in the pipeline.

Pantucci: “Impossibile prevenire gli attacchi dei lupi solitari”

Intervista all’esperto di terrorismo del Royal United Services Institute: “Le democrazie devono aumentare i controlli ma senza rinunciare ai propri valori e principi”

Ansa

LONDRA – «Non è possibile prevenire del tutto il terrorismo a bassa intensità dei lupi solitari. Bisogna proteggere meglio i deputati, ma senza esagerare e senza limitare i loro contatti con i cittadini». È il parere di Raffaello Pantucci, esperto del Royal United Services Institute, prima think tank di problemi di sicurezza al mondo.  

Che cosa pensa dell’attacco contro il deputato David Amess? «Mi sembra il più recente di numerosi attentati dello stesso tipo, diventati in questo momento il focus della minaccia terroristica in Europa. Pochi giorni fa, in Norvegia abbiamo visto qualcosa di simile: un individuo con armi rudimentali, arco e frecce, che ha attaccato civili a caso».

Condivide la definizione di “terrorismo” fornita dalle autorità britanniche per questo attacco?«In parte sì, ma ancora non sappiamo quanto sia stato dettato da radicalismo politico e quanto da fattori psicologici che possono avere spinto questo individuo a un’azione del genere». 

Un altro precedente è il caso di Samuel Paty, l’insegnante francese decapitato nel 2020?«In quel caso sappiamo con maggiore certezza che era stato il radicalismo islamico a scatenare l’attacco. Ma il problema di fondo è simile: come affrontare la minaccia di lupi solitari o di piccole cellule che agiscono in modo autonomo da Isis, al Qaeda o altri gruppi terroristici». 

Si può definire terrorismo a bassa intensità?«Sì, e pone un problema molto complicato per le forze di sicurezza. Quando un individuo lancia un attacco con armi che tutti hanno in casa, come un coltello, o che è facile fabbricarsi da soli, come arco e frecce, è più difficile prevenirlo. Ancora più difficile se l’individuo non parla con nessuno delle sue intenzioni, non scrive messaggi che possano segnalarlo ai servizi antiterrorismo. Ma la risposta dipende anche da come lo definiamo. In passato un uomo che attacca con un coltello persone scelte a caso veniva considerato un pazzo o il risultato di rabbia sociale. Oggi la linea di demarcazione di atti del genere da attacchi terroristici è quasi scomparsa. Bisogna distinguere, perché se combatti il terrorismo devi ad esempio potenziare la polizia e i servizi segreti, ma se combatti la follia e la rabbia sociale ti servono più medici, psicologi e assistenti sociali».

Come limitare i rischi per i deputati senza limitare i loro contatti con i cittadini?«Nel 2016 la deputata laburista Jo Cox era stata assassinata nelle stesse circostanze di Amess, in quel caso da un estremista brexitiano di destra: i deputati presero qualche contro misura, stando più attenti a chi incontravano e preparando possibili vie di fuga. Con il tempo un po’ di quella cautela forse è andata persa». 

Ed è possibile prevenire il terrorismo a bassa intensità?«È impossibile scoprire tutti i lupi solitari e sarebbe antidemocratico considerare tutte le persone con problemi mentali come potenziali terroristi. La società democratica corre dei pericoli davanti a questo fenomeno: deve reagire aumentando i controlli di sicurezza ma senza esagerare, senza rinunciare ai propri valori e principi”.

Comments
  1. The jacket looks sensational ..wow .. congrats ..I like your low key comment that lots is going on at home at moment

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